lunedì 29 giugno 2009

Viaggi nel dentro del mondo e nel mondo di fuori

Tra qualche giorno partirò con la roulotte gialla, che in realtà, nella vita vera, quella che non parla mai, è un camper, banalmente bianco con un po’ di grigio, ma che il destino ha dotato di un bordino sottile, ineluttabilmente giallo, che separa la parte bianca da quella grigia e che ha inevitabilmente richiesto delle tendine gialle alle finestre.
Il camper giallo di MT viaggia sulla linea di confine i tra mondi mentali e il mondo fuori, dove scorre la vita vera, quella che non parla mai.
Dice Shatzy:
«Anche i libri, o i film, è la stessa cosa. Più fasulli di così si muore, e se va a vedere chi ci sta dietro può scommetterci che troverà solo solenni figli di puttana, ma intanto ci vedi dentro cose che ad andare in giro per la strada te le sogni, e nella vita vera non le troverai mai. La vita vera non parla mai. È solo un gioco d’abilità, roba che vinci o perdi, te lo fanno fare per distrarti, così non pensi».
Il camper giallo di MT non sta fermo in giardino come la roulotte di Shatzy, ma viaggia dentro il mondo che è fuori e che, a sua volta e nello stesso tempo, scava il suo viaggio all’interno dei mondi che sono dentro MT.
Partirò tra qualche giorno e sarà un viaggio piccolo e vicino dal quale mi aspetto belle cartoline e poco altro.
Ci sono stati altri viaggi, lunghi e lontano, dentro i quali ho portato con me quello sguardo che può essere il centro intorno al quale ruota questo blog, a volerlo proprio cercare un centro.
Viaggiavo e scrivevo e raccontavo, sulla mailinglist di Oceanomare.com, quello che leggevo nei paesaggi che viaggiavo. Scrivere era uno dei modi per continuare a tenere in mano alcuni dei fili di Arianna che mi legavano al mio rientro.
Scrivere è una sporcheria dolcissima. Come leggere.
Scrive Baricco in Castelli di rabbia:
«leggere è una sporcheria dolcissima
[…]
quei treni che rigavano avanti e indietro il mondo come ferite fumanti si portavano dentro anche la solitudine impagabile di quel segreto: l'arte di leggere.
Tutti quei libri aperti, infiniti libri aperti, come finestrelle aperte sul dentro del mondo, seminate su un proiettile che offriva allo sguardo, solo si avesse avuto il coraggio di alzarlo, lo sfavillante spettacolo del mondo di fuori.
Il dentro del mondo e il mondo di fuori».
Scrivere è una sporcheria dolcissima. Come leggere. E forse anche lo sguardo del viaggiatore sul proprio viaggio lo è.
Scrive Saramago nella presentazione di Viaggio in Portogallo:
«Questo Viaggio in Portogallo è una storia.
Storia di un viaggiatore all'interno del viaggio da lui compiuto, storia di un viaggio che in se stesso ha trasportato un viaggiatore, storia di un viaggio e di un viaggiatore riuniti nella fusione ricercata di colui che vede e di quel che è visto».
Tutto questo per dire che pubblicherò in questo blog alcune delle cose che ho scritto durante i viaggi, lunghi, di qualche anno fa, specchiando dentro quelle parole il riflesso dei miei passi dentro City.

Nessun commento:

Posta un commento