sabato 20 giugno 2009

Ho passato tanto tempo dentro City

Ho passato tanto tempo dentro City e tanto altro anche fuori, dove si fanno figli, ci si innamora, ci si guadagna da vivere, si mangia insieme agli amici e tutto questo tempo è passato senza dolore. Commozione e nausea, quelle sì, ogni tanto, come per il prof. Kilroy.
Ho passato tanto tempo anche dentro la mailing list di quell’oceanomare che si muove intorno a Baricco e intorno a se stesso e alle sue onde di lettura di libri e di vita.
Strano posto la ml, una veranda di quelle del prof. Bandini, a metà strada tra un libro, un diario e il bar della piazza.
Mi conoscono lì dentro.
Hanno vissuto il sito e contribuito alla sua costruzione che avviene anche attraverso quello che transita in ml.
Qualche mese fa scrivevo su City, partendo dall’osservazione che il QI di Gould è pari a 108, cioè decisamente nella media.
Che non ci sia alcun genio in City e quella di Gould e Shatzy sia tutta una storia inventata da un matto? E da chi? Gould, sua madre, tutti e due? Torna sempre il dubbio che Shatzy sia un personaggio immaginario, nato da una telefonata e da un tacco a spillo sul marciapiede, e che anche i professori lo siano.
Io non ho ancora trovato una mappa di City. C'è sempre un pezzo che manca. E alla fine mi fa comodo pensare che sia giusto così. Tutto fatto a posta.
Chissà se Baricco le ha tutte le tessere del mosaico di City o se ha inventato proprio un mosaico con dei pezzi mancanti. Propendo per l'ultima ipotesi.
Per un Baricco che si siede al pc e fa: "facciamo che sembri che Gould sia un custode di bagni che vive tutto il giorno nella merda e si inventa la storia di un bambino genio in fuga dal mondo il quale si inventa la storia di un pugile, di due amici immaginari, di 27 professori e di una governante la quale si inventa un western. Facciamo una cosa tipo remake di Castelli di rabbia dove la ragazza sul transatlantico con tutto il suo schifo addosso si inventava una città: Quinnipak".
Poi, sempre Baricco, si fa un giro per casa, torna al pc e fa: "però facciamo pure che invece sia Ruth, la madre pazza, a ricostruire la storia del suo bambino e a confondere un po' le cose perché, si sa, lei è pazza e ricordi e immaginario si confondono mentre li racconta a se stessa. Così ogni cosa va a posto perché tutto è vero e tutto è inventato e nessuno può distinguere il confine".
Il massimo poi è quando Baricco si appoggia alla spalliera della sedia, scivolandosi un po' e allungando le gambe sotto la scrivania, stiracchiandosi leggermente, e fa: "possiamo pure incrociare i racconti e fare che Gould e sua madre ... Si capivano, ridevano, avevano tutte delle storie loro. Sembrava un gioco ".
E io?
Dovrei averne abbastanza per abbandonare il lavoro del sito e invece sono ancora qui a rigirare tra le mani il cubo di Rubik, inutile al mondo e alle mie dita, dice la canzone, bollato per sempre truffatore imbroglione, dottor professor truffatore imbroglione.
Mi conoscono in ml.
E sanno come difendersi. Scrivono pure gli avvisi per i nuovi iscritti.
Avviso chiunque abbia avuto l'ardire di iscriversi da poco e che si trova un po' disorientato di fronte ai labirintici messaggi dell'archivista MT, che la suddetta altro non è che un personaggio di City scappato alle pagine del libro, o più probabilmente liberato dallo stesso autore.
O forse non è nemmeno un personaggio di City, probabilmente ne è un quartiere, o un sobborgo, di quelli nati per l'insediamento casuale di qualche immigrato che pian piano diventano essi stessi prima periferia, e poi quartieri e vengono inglobati nella metropoli.
E io quando sbircio la casella di posta oceanica e trovo un messaggio di MT mi sento come uno che torna, dopo anni, nella sua città.
E il bello di tutto questo è che a MT piace.
Fine settimana in campagna, mare sullo sfondo, canto degli uccelli in sottofondo, progetti di lavorare al sito e all'itinerario del prossimo viaggio in roulotte gialla.
- Ce ne andiamo a vedere il mondo, Gould. Basta con queste pippe.

MT

2 commenti:

  1. Eccomi qua MT, scusa il ritardo. Il tempo scorre, a volte non me ne rendo conto.
    Forse finirò come Gould da bambino, che viveva in due stanze al college, dove c'era anche la mensa. Molto più modestamente sto pensando di montare una canadese giu al corpo F, il bar rimane aperto fino alle sei. In fondo è tutta una questione di abitudine.

    RispondiElimina
  2. E' un piacere ospitarti in questa casa nuova, Giocondor. Non so ancora bene come disporrò i mobili e manco che stile avranno, ma mi sembra che qualche linea cominci a prendere la forma di un disegno. Un po'un groviglio di fili, in effetti, ma si delinea qualche colore. Buon campeggio al corpo F, ma come diceva Shatzy a Gould dopo averlo accompagnato a scuola:

    - Sì. Però torna a casa, poi, okay?
    - Certo che torno.
    - Fa' così: torna.
    - Sì.
    - Okay.

    Meno male che c'è il bar.
    A presto, MT

    RispondiElimina